Indetto uno sciopero CTD a Roma il 6 Dicembre da ACOGI e Federbet
- Scritto da David Bet
Per la prima volta nella storia, i titolari di CTD (Centro Trasmissione Dati) scendono in piazza per difendere la propria attività e far velere le proprie ragioni, a prescindere dal bookmakers di appartenenza.
Tali centri mettono a disposizione dei clienti uno strumento telematico per l’inoltro di dati relativi a proposte di scommesse. La figura dell’operatore presso i centri di trasmissione dati non va confusa con quella dei bookmaker o dei concessionari di scommesse, dal momento che non incide in nessun modo sull’organizzazione o l’accettazione della scommessa, non sostiene nessun rischio economico e non fa banca in proprio, ma si limita a percepire una percentuale sulla quantità dei dati trasmessi.
In una nota diffusa dagli organizzatori della manifestazione del 6 dicembre si legge «Abbiamo deciso di scendere in piazza perché stanchi di dover combattere quotidianamente per difendere il vostro lavoro, stanchi di essere additati come delinquenti,quando delinquente è questo Stato che quotidianamente ci fa la guerra. Se la comunità europea ci da ragione di esistere continuiamo a non capire il perché l’Italia continua con questa guerra aperta verso di noi. Vogliamo che i nostri diritti siano rispettati, vogliamo che la nostra categoria sia riconosciuta. Vogliamo lavorare!».
L’Acogi, nella persone del presidente Ugo Cifone, definisce la manifestazione come un’occasione unica per i titolari dei centri di trasmissione dati operanti sul territorio italiano e collegati a bookmaker dotati di licenza comunitaria di farsi sentire a livello nazionale ed europeo.
E' bene ricordare, inoltre, che la legalità dei CTD (ad esempio GoldBet, Stanleybet, Betuniq e SKS365) è stata più volte accertata dalla giurisprudenza europea e nazionale.
A livello europeo, infatti, si sta alzando un bel polverone. Nei giorni scorsi il commissario al Mercato Interno, Michel Barnier, rispondendo all’interrogazione presentata dell’europarlamentare Birgit Collin-Langen (Ppe) sul mercato del gioco tedesco, ha dichiarato: «La Commissione desidera ricordare che spetta agli Stati membri, in conformità con la pertinente giurisprudenza della CGUE, determinare l’organizzazione e il controllo dell’offerta di gioco e il modo in cui il gioco d’azzardo viene effettuato. Tuttavia, le autorità che concedono licenze di gioco per le scommesse hanno il dovere di rispettare le norme fondamentali dei Trattati, i principi di parità di trattamento e di non discriminazione in base alla nazionalità e il conseguente obbligo di trasparenza»
Inoltre, la Commissione Europea sarebbe in procinto di avviare nuove procedure di infrazione in materia di giochi (ce ne sono già 9 in corso). Tra i Paesi interessati dai procedimenti anche Svezia e Belgio.
Si spera, ovviamente, che anche per il gioco online venga fatto qualcosa. Il mercato si sta afflosciando e gli scommettitori, sempre più informati e competenti, hanno già da tempo compreso il bluff dell'AAMS.